domenica 11 aprile 2010

LODE AL CARO LEADER



Succede, seppur raramente, che l’agnello possa cacciare il lupo. Succede, ancora più raramente, che un tiranno possa mostrarsi infastidito per l’assenza di democrazia nel Paese che domina. Capita, alle volte, che una minoranza di stolti governanti, possa tenere sotto scacco un intero popolo. Capita invece sempre più spesso, che l’onesto passi per fesso ed il delinquente per eroe. Straziato, umiliato, l’attore interpreta il suo capolavoro mischiando lacrime e singhiozzi, come se la vita non fosse che una breve recita su una porzione di palco scricchiolante. Mai riuscirà a scorgerla quella botola invisibile che separa le sue manie circensi dagli applausi. L’unguento tricologico lo trasforma in un piccolo balilla, il travestimento lo rende servo del suo egocentrismo, forgiandolo a guisa d’un funambolo cieco. Forse qualcuno ancora ricorda il tintinnare delle cento lire sulla carrozzeria cromata dell’auto blu, pochissimi ricordano la contumacia tunisina del Bettino. Succede che qualsiasi scandalo scorra via rapido ed ignavo. Accade che un minuscolo personaggio, che vive circondato da gorilla nutriti dalle super proteine, come un moderno Macbeth, trasformi la pazzia in realtà. Accade tutto ciò a quattro passi dal prossimo, inevitabile, condono tombale. Succede che parole come dignità, rispetto, fierezza, diventino semplicemente boccioli d’alito per innaffiare il passato. Accadeva ciò da qualche parte nel mondo, poco prima che le televisioni cominciassero a trasmettere, a reti unificate, il verbo del “Caro Leader”.

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