mercoledì 14 aprile 2010

LA GUERRA CHE NON C'E'


Sono stimati in oltre un milione e trecentomila gli iracheni che hanno perso la vita in seguito alla scellerata e criminale guerra scatenata dalla “democrazia” americana fin dal 2003.

Il dato viene “addolcito” all’opinione pubblica mondiale, raccontando di circa centomila vittime, Nessuno ormai ricorda più nemmeno la causa scatenante il conflitto, nessuno si chiede più, criticamente, come possa il civilissimo Occidente sporcarsi le mani con questa nuova sporca Crociata. I “Media governativi” dedicano sempre meno spazio alla cronaca della guerra in Afghanistan, combattuta anche dal nostro esercito, in barba al dettato Costituzionale che vieterebbe invece qualsiasi intervento armato. Però l’Italia è il Paese dell’interpretazione delle leggi: in questo caso ci hanno spiegato che si tratta di un intervento per mantenere la pace.
La guerra in medio oriente è diventata, nel corso della sua evoluzione, non più un’azione di violenta aggressione, ma quasi un’azione diplomatica, coniando l’ipocrita termine di “guerra preventiva”. Sarebbe a dire che, in previsione di ricevere uno schiaffo, te lo do prima io.
Così come è semplice e beffarda al tempo stesso, la giustificazione che i comandi militari danno delle quotidiane stragi di civili causate dalle bombe intelligenti (che sarebbe più corretto definire distratte). Si parla, infatti, di “tragica fatalità”, considerando il bombardamento alla stregua di una calamità naturale, e chiedendo semplicemente scusa alle vittime. Questa è la nuova guerra: la guerra che non c’è, appunto.

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