mercoledì 28 aprile 2010
NUCLEARE ? NO, GRAZIE
Berlusconi ha comunicato che, a distanza di vent’anni dal referendum abrogativo sul nucleare, l’Italia “sceglie” di riprendere la strada interrotta. Parrebbe un deciso schiaffo alla volontà popolare: non c’è che dire. Gli italiani sono però ben avvezzi ai soprusi e non se ne faranno una ragione. Che la politica marci (o meglio, marcisca) a velocità differente rispetto agli sviluppi tecnologici, questo non è un mistero. Non c’è scienziato che possa negare come, l’energia atomica per usi civili, sia la forma più inefficiente di produzione energetica, tanto è vero che una centrale nucleare è paragonabile ad una “stufa ad uranio”. Tra 50 anni si esaurirà la materia prima di quella gigantesca stufa, e da lì in poi bisognerà attendere un milione d’anni perché le scorie radioattive esauriscano la propria carica mortale. Figuriamoci cosa succederà in un Paese che ha enormi difficoltà a gestire persino la mondezza! Il vero paradosso sarà ritrovarsi in breve tempo, privi sia di carburanti fossili (petrolio in primis), che d’uranio, e con un sole bello arzillo, che per i prossimi 4 miliardi di anni ci invierà immense quantità di carburante totalmente gratuito. Invece sorrideranno i maggiori estrattori mondiali d’uranio, il Canada e l’Australia (con i giacimenti, però, in mano a multinazionali statunitensi e russe), un prezzo in continua ascesa grazie alla rarità del metallo, che renderà ben presto antieconomiche e superate le centrali nucleari. Saranno proprio come le vecchie stufe della nonna, soltanto un po’ più cancerogene.
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