domenica 31 maggio 2009

LE PROSSIME ELEZIONI



Era la solita giornata assolata di giugno, quella in cui l’esercito dei paria dismetteva i panni del bauscia o della signora Maria, illudendosi d’avere un peso nella vita politica del Paese. E’ fantastica l’illusione della democrazia. E’ suggestiva l’idea che ognuno di noi, il più sfigato di noialtri, possa veramente decidere addirittura da chi essere rappresentato. Una specie d’avvocato, però ancora più importante, che sarà chiamato per tutta la vita e anche oltre “onorevole”, mentre la sua progenie si vanterà di averlo avuto nell’albero genealogico: una specie di Dio in Terra, un meraviglioso esempio di uomo Nietchiano, o più semplicemente un eletto. Quel giorno, si diceva, Giovannino si dirigerà ligio ligio a compiere il suo diritto-dovere, perché questo gli è stato detto da quando era ragazzo. Ancora non sa davvero dove macchierà quella scheda, come milioni di altri paria. Però già sfoggia il sorriso delle grandi occasioni, quello che riserva per i matrimoni e le cresime. Nello stesso istante, pocò più a oriente, Totò ha messo la croce sul cerchio predestinato, e già se la gusta l’altra metà del cinquantone, quella che è rimasta incollata nella mano destra di Don Peppino. Tra un nano secondo anch’egli avrà adempiuto il suo diritto dovere, ed entrambi avranno sciolto il sacro vincolo del voto. La vittoria a quel punto sarà semplicemente un fatto statistico, un mero esercizio matematico per i precari travet dell’urna, in attesa della prossima messinscena. In attesa della nuova opportunità.

giovedì 21 maggio 2009

OCSE, SALARI E ITALIETTA



Erano quasi dieci anni che i burattinai lavoravano per compiere il loro capolavoro, ed ora finalmente lo avevano concluso nel migliore dei modi. Oggi, tutti noi italiani, servi sottomessi dei chiacchieroni impomatati delle trasmissioni televisive, abbiamo preso l’ennesimo ceffone, senza nemmeno sognarci di restituirlo. Ci piace troppo subire! Non abbiamo mai perduto la sana propensione a credere alle favolette del padrone di turno, passando per dittature, guerre civili mascherate da moti libertari, stragi di stato, rivoluzioni silenziose, e quanto di peggio una nazione civile possa immaginare.
L’Ocse cerca di farci svegliare dal letargo pubblicando la classifica dei salari medi. Siamo ventitreesimi su trenta. Ancora un ultimo sforzo ed andremo a braccetto con la Romania e la Slovacchia. Noi, Fantozzi dell’allegra Lega dei cornuti, continuiamo silenziosi a timbrare i nostri cartellini, ignari del gioco meschino condotto alle nostre spalle dai politici e dai sindacalisti. Noi non abbiamo bisogna della crisi mondiale dell’economia perché per noi è un fatto congenito, siamo abituati a vivere in precarietà da sempre, abbiamo quasi necessità di nutrirci di speculazioni, di scandali, d’imbrogli e di raccomandazioni. L’italiano sogna da sempre di diventare un cittadino europeo normale, governato da politici onesti e animati dal senso dello Stato. Invece finisce per osannare il ducetto di turno, il furbetto del quartierino, il Mangiafuoco dall’espressione mite, aspettando il prossimo miracolo annunciato.

domenica 17 maggio 2009

LE NON NOTIZIE



Non è facile tradurre la realtà in poche righe. La sintesi è la capacità dei poeti. Non è facile, pertanto, ridurre in versi di senso compiuto il capogiro esistenziale del giornalista opinionista, che approccia l’insieme dei fatti con l’istinto dell’analisi. Ma si possono commentare solo le notizie, (per definizione, gli avvenimenti pubblicati dal giornalista), mentre diventa un puro esercizio formale fare altrettanto con le “non notizie”. -Oh bella - osserverà qualcuno -Andrea, non vorrai mica fare come il cappellaio matto di Alice nel Paese delle Meraviglie, che festeggiava ogni giorno il suo non compleanno?-
Forse. Eppure è troppo imbarazzante il monopolio informativo che concede prime pagine a ripetizione ai travasi ormonali del premier, o alle devastanti conseguenze d’un virus che finora da noi non ha causato nemmeno un decesso. Lo trovo offensivo nei riguardi di un pubblico mediamente intelligente ed istruito. Lo sforzo dei potentati finanziari e politici in questo Paese (che sono poi i reali padroni dell’Italia), è quello di creare un teatrino in cui l’idiozia si erga a dogma ed il battibecco e l’insulto reciproco seppelliscano un civile dialogo socratico. Invece le non notizie, come ad esempio le inchieste giornalistiche, sono regolarmente affossate, in nome di leggi garantiste a tutela della privacy, oppure perché scomode alle proprietà editoriali. D’altronde lo scandalo fa talmente parte del costume italico da non suscitare più alcun interesse. Per cui, buone non notizie a tutti noi.

sabato 9 maggio 2009

CHI HA UCCISO L'AUTO ELETTRICA ?



Le lontane isole Hawaii, patria del neo eletto Obama, hanno sposato il primo progetto a partecipazione pubblica messo a punto negli Usa per convincere gli abitanti a circolare “pulito”. Lo ha presentato i giorni scorsi la governatrice dello Stato americano, e prevede che dal 2012 quasi tutte le auto circolanti saranno elettriche, con una fittissima rete di distributori di energia, prodotta, peraltro, da centrali eoliche e solari. Il progetto prevede inoltre appositi finanziamenti per la sostituzione del vecchio parco auto “a petrolio” con le nuove vetture silenziose e non inquinanti.
Questa rivoluzione parte proprio dalla nazione che da decenni specula sull’oro nero, le cui lobby hanno espresso gli ultimi tre presidenti, e nel nome del quale sono state combattute le ultime sanguinose guerre in Medio Oriente. Il cambiamento avviene proprio da parte del Paese che, assieme alla Cina, si è rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto, pur essendo il maggiore responsabile dell’inquinamento globale che sta uccidendo il nostro pianeta. Questo, comunque, nel bene e nel male, determina la grandezza di una nazione: avere il coraggio e l’umiltà di modificare la propria strategia anticipando gli altri. Il campo energetico sarà la grande sfida dei prossimi decenni, rappresenterà il terreno sul quale si confronteranno le moderne economie per uno sviluppo sostenibile da garantire alle generazioni che verranno. L’Italia, e la Sardegna in particolare. guardano a questi scenari come se si trattasse di fantascienza. Il progetto scientificamente più avanzato rimane dare ai sardi il futuribile “digitale terrestre”, una scatoletta che ha incasinato la vita a migliaia di vecchietti. che non riescono più a vedere Beautiful e il tiggì di Fede. In Gran Bretagna provarono a metterlo in funzione oltre dieci anni fa, ma fu un flop colossale. Da noi arriva come una grande conquista, l’oggetto del desiderio: il futuro, appunto. Nessuno fa caso che due risorse naturali e gratuite come il vento ed il sole, non siano utilizzate come dovrebbero, perché la Sardegna deve ancora essere pecore, pastori, cannonau e launeddas. Una lungimirante legge regionale proibisce l’istallazione dei pannelli solari sui terreni, mentre al nostrano governatore “disturbano” le pale delle centrali eoliche, ree di deturpare il paesaggio. Molto meglio i nuraghe, allora, forniti di televisioni al plasma e stufette a Kerosene.

venerdì 8 maggio 2009

TERREMOTO



Ho ancora negli occhi la catastrofe. A Karon beach il mio albergo fu travolto in pieno dall’onda tremenda dello tsunami. Qualche minuto fu sufficiente a cambiare la mia vita per sempre. Lo so bene che cosa si prova a vivere la condizione di sfollato, perdipiù a diecimila chilometri da casa, senza poter comunicare, senza neanche potersi fermare a piangere. Si pensa alla morte, ed a quelli meno fortunati di te che non ce l’hanno fatta. Si pensa a quanto ogni cosa, ogni bene materiale sia nulla in confronto alla consapevolezza di sentirsi vivo. Si pensa a quanto tempo sprechiamo ogni giorno nel ripetere gesti inutili, o a quante volte rimandiamo ciò che vorremmo fare ad un dopo che non arriva mai. Quella sciagura giunge inaspettata, e ti coglie nel sonno. In qualche istante bisogna organizzarsi, bisogna scegliere se essere topo o farfalla, se scappare o aspettare, se vestirsi o meno, se combattere oppure lasciare andare le cose. L’adrenalina ti sale su come un vulcano impazzito e ti raddoppia le forze, mentre in pochi attimi fai la scelta giusta, quella che ti salverà la vita.
Lo so bene che cosa ha provato Andrea quella fredda notte d’aprile nel centro storico dell’Aquila. Noi eravamo vicini, seppure ci separassero degli anni, e provavamo a giocare con la vita muovendo le pedine con l’incoscienza di chi ignora che il gioco un giorno potrà terminare. Tutto da quel momento in poi sarebbe stato diverso. Ora noi due ormai ci eravamo finalmente riconosciuti fratelli. E ci fermammo a donare un sorriso alla vita.

martedì 5 maggio 2009

BUFALE SANITARIE



Tra le paure dell’uomo, custodite in una recondita area del nostro cervello, c’è quella della morte. Talvolta si può manifestare in maniera talmente violenta da dar luogo a patologie, come ad esempio la depressione. I manipolatori delle coscienze di massa questo lo sanno, come conoscono assai bene i metodi per alimentare questa paura. La cosa si sta ripetendo questi giorni. Uno tra le migliaia di virus presenti sul pianeta (dei quali l’uomo ne conosce una minima parte), imputato come potenziale killer di massa, è sulle prime pagine di tutti i giornali, mentre in realtà sembrerebbe essere solo una banalissima virulenza. Pochi sanno che l’influenza stagionale uccide indirettamente centinaia di migliaia di persone ogni anno nel mondo, ma che le vere piaghe sanitarie sono le malattie cardiovascolari, il diabete e i tumori. Per non parlare di cause di morte quali il fumo, l’abuso d’alcool, gli incidenti stradali e quelli sul lavoro, tutte situazioni in cui lo Stato è l’unico responsabile. Del resto siamo ormai assuefatti agli allarmi sanitari dell’Oms: chi non ricorda la terribile aviaria, o la Sars o ancora Ebola. Dovevano essere apocalittici strumenti di morte e si rivelarono soltanto delle clamorose bufale, pazze anch’esse come le mucche, fugaci come gli uccelli migratori, sudiciume sottoculturale per suini raffreddati. Alla fine le uniche vittime del virus planetario saranno le foto delle mie vacanze e le sottocartelle di Windows corrotte per sempre, o almeno e sino al vaccino. E generosamente sviluppato dagli stessi untori. Così va questo nostro mondo.