venerdì 30 aprile 2010
DONNE E POTERE
“La crescente influenza delle donne è l’unica cosa rassicurante nella nostra vita politica”. Scriveva, alla fine del 1800 Oscar Wilde, scostandosi certamente dalla cultura misogina del tempo. Ai giorni d’oggi, la donna ha colmato solo parzialmente le distanze rispetto al genere maschile, mentre la parità d’opportunità tra i sessi, di fatto, appare ancora una lontanissima chimera. Analizziamo il divario immenso tra uomo e donna riguardo alla partecipazione alla vita politica: sebbene la percentuale di votanti sia simile, in Italia appena una donna su cinque siede in Parlamento, relegandoci agli ultimi posti tra le nazioni europee. A livello governativo i ministeri in mano alle donne sono in genere quelli minori, oppure tradizionalmente legati allo stereotipo femminile, come quello dell’istruzione. Mortificante è poi l’adozione della ministra “bonazza”, a mostrare un modernismo velinista e “telegodereccio”. Le cose non cambiano, anzi addirittura peggiorano in maniera evidente, a livello delle amministrazioni locali, dove i voraci maschietti possono esprimere in pieno le loro capacità d’opportunismo personale e l’attitudine a fare lobby (termine anglofobo che da noi si traduce con il più comprensibile vocabolo “corruzione”). Ci si chiede se le cose non migliorerebbero rovesciando questo tradizionale stato di cose, invertendo le parti per sfruttare il maggiore senso morale caratteristico dell’universo femminile. Ma poi che ne sarebbe del fantastico circo della tricolore politica maschilista, che tanto diverte il mondo intero?
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