L’Italia è, per definizione, popolo di poeti, di santi e soprattutto di navigatori.
Probabilmente rifacendosi a quest’ultima nazionale attitudine, si sarà ispirato il rampollo del presidente del consiglio, Piersilvio, nel varare, qualche giorno fa, lo Yacht “Custom Line”, lungo la bellezza di 37 metri e costato 18 milioni d’euro. Quattro anni prima aveva acquistato il “Suegno”, un altro battello pagato soltanto 10 milioni d’euro.
Che il vice presidente di Mediaset possa permettersi di spendere come meglio crede i profitti delle sue attività, non c’è alcun dubbio. Ma che lo faccia proprio il giorno in cui il suo ingombrante genitore annuncia alla nazione che è giunto il momento per tutti di fare sacrifici, la cosa appare, oltre che fuori luogo, persino beffarda.
Ci aveva scosso recentemente, del resto, anche la notizia del sequestro dello yacht affittato da Flavio Briatore “Force Blue”, fatto che aveva messo di cattivo umore Nathan Falco, il pargoletto del manager, al punto da impedirgli la regolarità nelle poppate notturne.
Quello che è certo è che la navigazione di decine di migliaia di lavoratori e pensionati italiani avverrà, i prossimi anni, non certo sui mega yacht dei miliardari che comandano questo Paese ma, nella migliore delle ipotesi, su misere scialuppe di salvataggio bucherellate e senza motore, con le quali solcare i flutti d’un mare in tempesta con la sola forza delle braccia. A quel punto resterà perlomeno la consolazione, per il nostro Paese, d’avere un incremento esponenziale nel numero dei santi.
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