sabato 25 aprile 2009

BANCHE E POTERE



Qualche giorno fa a Londra, durante il fantasmagorico circo del G20, un gruppo di manifestanti entrava nella Bank of Scotland, con intenzioni poco cordiali verso i suoi dirigenti, rei di aver permesso il fallimento della medesima. Questi ultimi, per tutelare la propria incolumità fisica, si difesero lanciando mazzette di sterline verso gli aggressori, non sortendo però tra gli aggressori, la reazione sperata. Nessuno però si pronò a raccogliere il vil danaro, nessuno aveva intenzione di barattare con esso le proprie ideologie. Immaginate allora che succederebbe se frotte di gente inferocita e affamata violassero gli istituti bancari delle nostre città? Gruppi di cittadini organizzati, violentati dalla perdita del lavoro, strozzati dalla rata del mutuo, massacrati dalla perdita di potere d’acquisto, ingannati dalla politica, senza aver più nulla da perdere, potrebbero uscire dal silenzio dei Media per riprendersi il maltolto. Appare fin troppo evidente che il prezzo da pagare per lo scempio finanziario, causato in gran parte dall’avidità delle banche, sarà proprio la rivolta sociale. Obama l’illuminato l’ha già capito nell’altra sponda dell’Oceano, mentre quaggiù nello stivale continuano gli sterili battibecchi da avanspettacolo nei salotti buoni di Rai e Mediaset. Nel frattempo il redivivo Mario Chiesa insiste con il solito vecchio sistema delle tangenti, uno dei marchi DOC più rappresentativi all’estero, congiuntamente alle gaffe mondiali del Capomastro di turno. Si sta come, d’autunno, sugli alberi, le foglie.

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