Indiscutibilmente ci sono due Italie: quella ricca e produttiva del Nord, e quella del Sud, depressa e svenduta alle mafie. La nostra isola fa comunella con questa seconda Italia, vantando il record europeo di disoccupazione e con un gotha politico nominato dall’Italia del Nord impegnato esclusivamente a terminare di rosicchiare la cotenna del maiale.
Ma la stessa Sardegna è ulteriormente divisa in due: c’è la Sardegna del Sud, a cui afferiscono i finanziamenti per lo sviluppo, e quella depressa del Nord, a cui non arrivano più nemmeno le briciole. E’ significativo viaggiare in auto da Cagliari a Sassari, lungo la Strada Statale 131, per rendersi conto della palese differenza tra le due Sardegne.
Da Cagliari fino ad Oristano pare di percorrere un’autostrada, con guardrail centrale, corsia d’emergenza, asfalto liscio come il culetto d’un bimbo. La situazione cambia radicalmente sopra Abbasanta, con enormi cumuli di mondezza nelle poche aree di sosta, con due corsie talmente strette da rendere rischioso persino un banale sorpasso, e con i famigerati incroci a raso. La nuova strada Sassari-Olbia, invece, non si farà mai. Le industrie del Nord dell’isola chiudono, mentre i lavoratori della chimica protestano occupando l’isoletta che dovrebbe essere un gioiello turistico ed invece è solo un ammasso di zecche e di capre. Lo Sport professionistico chiude per mancanza di fondi, il flusso aereo turistico pure, mentre la Sanità sassarese crepa sotto il peso dei debiti e delle croniche incapacità dei suoi amministratori.
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1 commento:
Sante parole,
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